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venerdì 18 ottobre 2013
mercoledì 9 ottobre 2013
domenica 8 settembre 2013
LA VERITA' SUL CASO HARRY QUEBERT
"La verita' sul caso Harry Quebert" è, indiscutibilmente,
l'evento letterario dell'anno.
Certo, direte voi, Dan Brown e Hosseini hanno venduto molte più
copie di quanto non abbia fatto Joel Dicker.
Ma quelli erano successi annunciati, accompagnati da un battage pubblicitario
senza precedenti e senza limiti.
Il successo di Dicker sta proprio nell'avere conquistato i suoi lettori,
uno dopo l'altro, solo e soltanto con la magia del passaparola.
Quando capita una cosa del genere in un mercato stagnante come
quello del libro significa una cosa sola: siamo davanti ad un ottimo lavoro.
I soliti criticoni (colleghi invidiosi o snob senza arte nè parte) hanno già
bollato questo romanzo come un'operetta da quattro soldi, senza valore
e al livello di un qualsiasi Harmony.
Io posso dire che quando ti divori 800 pagine in tre o quattro giorni
(come capitato a me e a molti miei conoscenti)
vuol dire che l'obiettivo è stato raggiunto.
Non siamo di fronte al nuovo capolavoro della letteratura mondiale
questo sia chiaro.
Nemmeno si tratta del romanzo più originale di sempre.
Per darvi un'idea siamo tra "Lolita" di Nabokov e "I segreti di Twin Peaks"
del grande David Lynch.
Niente di nuovo quindi eppure la storia prende fin dall'inizio ed è impossibile
smettere di leggere trascinati dalla voglia di scoprire chi ha ucciso
la quindicenne Nola Kellergan.
Il protagonista, lo scrittore Marcus Goldman, è chiaramente l'alter-ego
di Joel Dicker. Uno scrittore famoso che ha trionfato con il suo primo libro
e si trova ora alle prese con il blocco dello scrittore, angosciato dalle incredibili
aspettative che il pubblico ha riversato su di lui.
Per tentare di risolvere il problema chiede aiuto al suo vecchio mentore,
lo scrittore di successo e professore universitario Harry Quebert.
La situazione si complica quando nel giardino di Quebert viene trovato
il cadavere di Nola Kellergan, la ragazzina scomparsa trentacinque anni prima senza lasciare traccia.
Inevitabili le accuse a Quebert di essere l'assassino della giovane.
Da questo momento in poi, in un susseguirsi continuo di flashback,
Goldman farà di tutto per cercare le prove dell'innocenza del suo amico.
Una girandola di personaggi e di fatti portano alla luce episodi accaduti
tanti anni prima e sui quali più di qualcuno avrebbe preferito mantenere il silenzio assoluto.
Voto : 5/5
venerdì 6 settembre 2013
mercoledì 4 settembre 2013
giovedì 11 luglio 2013
mercoledì 3 luglio 2013
UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA
E venne il giorno...
Dopo due anni e mezzo di delusioni e 46 (un numero un destino)
Gran Premi senza vittorie, Valentino Rossi torna sul gradino più alto del podio.
Lo fa sulla pista olandese di Assen, una delle più prestigiose del mondo.
Serviva come il pane questa vittoria.
In primis a lui, naturalmente, che vedeva avvicinarsi
la fine di una gloriosa carriera inanellando sconfitte in serie.
Serviva alla Yamaha che, con Lorenzo in gara nonostante una frattura alla clavicola
(alla fine è arrivato quinto.... eroico!), sperava nel "dottore" per togliere qualche
punto ai rivali della Honda.
Ma, soprattutto, serviva alle "vedove" di Rossi.
Quelli che senza i suoi trionfi non sanno di cosa parlare, non vendono giornali e
vedono calare drammaticamente l'audience in tv.
Incredibili i commenti post-gara. Quasi nessuno si è soffermato sul fatto che la
vittoria sia arrivata in una gara con due dei piloti più forti fratturati
(Lorenzo e Marquez) e il terzo (Pedrosa) che, come spesso è accaduto in carriera,
vince le gare "inutili" e perde quelle fondamentali.
Tutti a celebrare il ritorno del "fenomeno" e silenzio assoluto su tutto il resto.
Ricordo chi, a inizio stagione, diceva che Rossi, in sella alla Yamaha,
sarebbe tornato a dominare e avrebbe vinto il mondiale.
Erano in tanti.
Ora che siamo quasi a metà stagione, Valentino è in quinta posizione
a cinquanta punti dal leader Pedrosa, a quaranta dal suo compagno di squadra
Lorenzo e a trenta dall'esordiente Marquez.
Dietro, addirittura, al britannico Crutchlow che corre su una moto clienti.
Per questo motivo aspetterei almeno altre tre o quattro gare per capire
se Rossi sia tornato davvero il numero uno come giurano i suoi tifosi o se, come credo io,
si sia trattato solamente di un fuoco di paglia condizionato da eventi fortuiti.
Un'ultima cosa: io non sono contro Rossi.
Credo sinceramente che sia stato il miglior pilota di sempre ma sono altrettanto convinto
che negli ultimi cinque anni Lorenzo, Stoner e persino Pedrosa,
siano stati più forti di lui.
A VISO COPERTO
Riccardo Gazzaniga è un poliziotto, un celerino, un sindacalista.
Riccardo Gazzaniga è, anche, uno scrittore.
A viso coperto è il suo romanzo d'esordio.
Un esordio coi fiocchi.
Si potrebbe parlare, quasi, di autobiografia e non si andrebbe troppo lontano
dalla realtà. Tra i protagonisti del libro c'è Nicola Vivaldi, poliziotto e aspirante scrittore
ed è inevitabile immaginare Gazzaniga mentre sceglie il suo alter-ego.
I fatti narrati ripercorrono le vicende di un gruppo di ultras e di alcuni celerini
della polizia di Genova.
Uomini che, per scelta o per dovere, si affrontano nelle strade
intorno allo stadio di Marassi.
Un libro scritto da chi questi fatti li conosce alla perfezione per averli vissuti
in prima persona.
La bravura di Gazzaniga sta nel non ergersi a giudice bensì di
limitarsi a descrivere le vite di questi ragazzi che si assomigliano fra loro più
di quanto possano immaginare.
Con un linguaggio crudo e diretto l'autore ci trascina nel vivo dell'azione
ed è davvero difficile non farsi coinvolgere dalle vicende narrate.
Un libro consigliato a tutti quelli che odiano i pregiudizi.
Voto : 4/5
giovedì 20 giugno 2013
KISS @ FORUM ASSAGO 18/06/2013
Sono le 21 in punto quando le luci del Forum si spengono e parte il "claim"
più famoso della storia del rock:
YOU WANTED THE BEST ? YOU GOT THE BEST ?
THE HOTTEST BAND IN THE WORLD..... KISS !!!
Da quel momento, e per due ore filate, è l'apoteosi assoluta.
Musica, botti, fuochi, coriandoli...
Un copione studiato alla perfezione che si ripete da oltre quarantanni e,
nonostante questo, sempre attuale.
Non un semplice concerto bensi' un vero e proprio circo
dai mille colori e dalle innumerevoli attrazioni.
Chitarre sputa-fuoco, musicisti che volano sulle teste dei presenti
o vengono innalzati fino al tetto della struttura, pyros e ed effetti scenici a non finire.
Impossibile descrivere in poche righe tutto quello che accade
durante uno spettacolo dei Kiss.
Gene Simmons e Paul Stanley, varcata la soglia dei sessantanni,
sono ancora due "macchine da guerra" che non temono alcun rivale.
Il carisma e la presenza scenica non sono doti che si comprano al supermarket;
in Gene e Paul queste qualità sono innate e presenti in quantità industriale.
Da qualche anno la formazione del "bacio" si è stabilizzata con l'ingresso
in formazione del chitarrista Tommie Thayer (ex roadie della band) e
del batterista Eric Singer.
Due musicisti di livello assoluto che ricoprono alla perfezione il ruolo
a loro assegnato dai due leader;
ottime spalle dei protagonisti Gene e Paul, la giusta visibilità
ma senza esagerare :-)
E la musica? Direte voi...
Tranquilli, di quella ce n'è in abbondanza ed è di ottima qualità.
Non si resta per quarantanni sulla cresta dell'onda solo grazie
a qualche fuoco pirotecnico e un abbondante face-painting.
Dall'opener "Psycho circus" (Welcome to the show!)
alla conclusiva "Black diamond" passando per la famosissima
e cafonissima "I was made for lovin' you",
è tutto un susseguirsi di hit storiche e classici immortali.
Impossibile restare immobili durante l'esecuzione
di canzoni del calibro di "I love it loud", "Deuce", "Detroit rock city",
"Shout it out loud".
Sfido chiunque a non cantare a squarciagola i chorus di "Love gun" e,
soprattutto, "Rock n roll all nite".
Sarà davvero un brutto giorno quello in cui questi mostri sacri
decideranno di appendere gli strumenti al chiodo.
Come dice giustamente il buon vecchio Gene:
ogni cosa ha una sua fine.
Per i Kiss, e per i loro fans, questo momento potrebbe non essere lontano.
Il consiglio spassionato è di andarli a vedere ogni volta che passeranno
dalle vostre parti!
- Psycho circus
- Shout it out loud
- Let me go rock n roll
- I love it loud
- Hell or hallelujah
- War machine
- Heaven's on fire
- Deuce
- Say yeah !
- Shock me / Outta this world
- God of thunder
- Lick it up
- Love gun
- Rock n roll all nite
- Detroit rock city
- I was made for lovin' you
- Black diamond.
VENEZIA-MONZA 3-2
Non pensavo di poter stare così male per una sconfitta del Calcio Monza.
La partita contro il Venezia che ha sancito per la squadra brianzola
la permanenza in Lega Pro 2 è l'ennesima delusione di una storia centenaria e
un boccone davvero amaro da mandare giù.
Fin dall'inizio la stagione si presentava difficile.
Le solite vicissitudine societarie, una squadra fatta al novanta per cento
da giovani alla prima esperienza in categoria e, soprattutto, i sei punti
di penalizzazione (ingiusti) per una vicenda dai risvolti ancora oscuri.
Nonostante questi problemi la squadra ha iniziato una cavalcata irresistibile
trascinata dai colpi di genio del fenomeno Andrea Gasbarroni
(cosa ci faccia un giocatore del genere in C2 è un mistero che non si
riesce a spiegare).
Al termine di un campionato vinto sul campo per il totale dei punti fatti,
il Monza, a causa della penalizzazione, ha dovuto affrontare i playoff.
La semifinale contro il Bassano non ha presentato particolari problemi
e la doppia vittoria nei due incontri ha evidenziato la supremazia dei biancorossi.
Stessa supremazia si è avuta anche nel confronto contro i lagunari
dominati per 170 minuti su 180.
Il pari dell'andata lasciava al Monza un solo risultato utile per garantirsi la promozione.
Il 2-1 a cinque minuti dal termine era la naturale conseguenza di quello che si è visto
sul campo neutro di Portogruaro.
Ma il dio del calcio, beffardo e dispettoso come non mai, era in agguato.
Dal possibile trionfo si è passati in cinque minuti al dramma sportivo.
Un finale incredibile al termine di una stagione da protagonisti assoluti.
Ripartiamo insieme.
FINO ALLA FINE, IL CALCIO MONZA!
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