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sabato 4 gennaio 2014

OLTRE



Ho iniziato il 2013 leggendo la, splendida, autobiografia di Agassi "Open"
e l'ho chiuso leggendo quella di Max Biaggi.
Nel mezzo tanti romanzi, thriller e fantapolitici, perchè non pensiate che
le mie letture si limitino alle vicende narrate da campioni.
E' pur vero che da buon sportivo (ex-praticante ormai) mi hanno sempre interessato
le storie di atleti raccontate in prima persona. Non sto parlando di fatti legati al gossip o alle
congetture di giornalisti più o meno competenti.
Quello che voglio io è cercare di capire cosa c'è "dietro" un Campione.
Spesso con le autobiografie lo capisco.
Per qualità di scrittura questo "Oltre" non si avvicina neanche minimamente
al capolavoro "Open". Non credo nemmeno fosse nelle intenzioni del pilota
romano (aiutato nella stesura dal giornalista Paolo Scalera) cercare un confronto
così proibitivo.
Detto questo, il libro è ben scritto e si legge con piacere.
Da "biaggista" convinto quale sono ero particolarmente interessato
ad alcuni dettagli. Gli esordi in competizioni ufficiali da diciottenne
(quando tutti i piloti moderni salgono sulle prime moto sportive a sei-sette anni),
i quattro titoli mondiali consecutivi vinti in 250, il passaggio nella classe regina con
l'esordio fantascientifico di Suzuka nel 1998 (pole, giro veloce e vittoria con distacchi abissali
inflitti ai rivali), la rivalità con Rossi, la provvisori decadenza e la risurrezione in Superbike
sublimata da altri due titoli mondiali (primo italiano nella storia a vincere
il titolo in quella categoria).
Nel libro c'è tutto questo e anche qualcosa di più. Ampio spazio, ad esempio,
viene dato alle vicende sentimentali di Biaggi. Con un "curriculum" come il suo
era quasi inevitabile. Se vogliamo fare una battuta possiamo dire che l'essere stato
un campione di livello assoluto "nonostante" distrazioni chiamate Adriana Volpe,
Naomi Campbell, Arianna David, Anna Falchi, Andrea Orme fanno di lui
un grandissimo :-)
Inevitabile poi il racconto della storia d'amore con la Miss Italia Eleonora Pedron.
La donna che lo ha fatto diventare padre due volte e lo ha accompagnato
negli anni trionfali della Superbike.
Lasciando da parte le questioni "rosa", quello che traspare da queste pagine
e la convinzione di Biaggi di aver ottenuto in carriera meno di quanto meritasse
(almeno due-tre mondiali nella classe regina erano certamente alla sua portata)
un pò per sua colpa e molto per l'ostilità dell'ambiente. A causa del suo carattere
spigoloso non è mai entrato nelle grazie degli organizzatori e degli sponsor
più munifici. Gente che oltre alle prestazioni in gara è interessata anche al folklore
e ai giusti atteggiamenti verso i fans (qualcuno ha detto Rossi?).
Da parte mia approfitto di queste righe per ribadire la mia idea.
Rossi è, stato, un fenomeno assoluto. Ha dimostrato in tutta la sua carriera
di saper vincere quando doveva vincere ed era messo nelle condizioni giuste
per farlo. Non pensiate che sia una cosa facile.
D'altro canto Biaggi gli è subito dietro. I quattro titoli in 250, le vittorie in 500
e poi Moto GP (13 con 23 pole e 58 podi totali sono un bottino di tutto rispetto),
i due titoli in Superbike e una carriera ultra ventennale sempre, o quasi,
ad altissimi livelli fanno di lui un Campione assoluto.
Senza contare che se il miglior pilota degli ultimi dieci anni, Jorge Lorenzo,
ha sempre avuto come idolo Max Biaggi qualcosa vorrà pur dire.
Sono convinto che il primo anno in 500 il titolo gli sia stato scippato
in modo clamoroso per favorire Mick Doohan (non uno qualsiasi diciamo) ed
altri due mondiali li abbia persi per piccolezze e sfortune varie.
Sarebbero stati la ciliegina sulla torta di una carriera, comunque, fantastica.
In ultimo mi resta la curiosità di vedere cosa sarebbe successo in un
duello Biaggi-Rossi a parità di mezzi tecnici e, soprattutto, con la stessa età.
Ma qui siamo alla fantascienza.


Voto : 4/5







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