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lunedì 23 dicembre 2013

ACCIAIO



Da amante dei libri e lettore compulsivo faccio sempre fatica a capire le dinamiche
che portano un libro fantastico a passare inosservato e uno normale a diventare
un successo editoriale.
Nel primo gruppo non possono che rientrare capolavori assoluti come "Fatherland"
di Robert Harris e "Il giorno dopo domani" di Alan Folsom.
Due thriller originali e affascinanti conosciuti solo da pochi amanti del genere.
Nella seconda categoria entra a far parte di diritto "Acciaio".
Il romanzo d'esordio della giovane Silvia Avallone è stato il caso editoriale italiano
del 2010.
Ebbene, a mio modo di vedere, "Acciaio" è un polpettone
intriso di luoghi comuni e banalità assolute. Una trama buona per una pessima fiction.
Le vicende si svolgono a Piombino. Qui troviamo due ragazzine alle prese con i primi amori
(anche nella variante lesbo naturalmente che tanto va di moda);
operai che passano le giornate in fabbrica e le notti a bere e/o drogarsi;
padri violenti e madri sottomesse.
Ogni dialogo è intriso di parolacce e imprecazioni
contro lo stato ladro e il padrone sfruttatore.
Tutto il repertorio insomma.
Lo stratagemma di ambientare il libro nel 2001
serve solo per infilarci, assolutamente a casaccio, il crollo delle torri gemelle
a New York.
Dopo cento pagine hai fatto conoscenza con tutti i protagonisti e già sai
come andranno a finire le loro storie.
Vi risparmio i "colpi di scena" perchè non è mia abitudine spoilerare alcunchè
ma vi assicuro che in giro ci sono mille e più libri che meritano la vostra attenzione.
Risparmiate soldi e tempo e dedicatevi a qualcosa di più originale e coinvolgente.

Voto : 2/5




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